02.05.2020
Istituzionale
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Ecco le nuove ordinanze, regione per regione, che stabiliscono specifiche indicazioni per lo sport per la Fase2 del coronavirus, valide dal 4 maggio ad integrazione delle norme nazionali previste dal decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri del 26 aprile.
Quando si parla di impianti sportivi che potranno riaprire non bisogna equivocare: il provvedimento in vigore dal 4 maggio è solo per quegli atleti di cui si parla al punto 1. Il ministro Spadafora ha però dichiarato che all’inizio della prossima settimana presenterà al Comitato tecnico scientifico le linee guida per la riapertura di palestre, centri danza, circoli sportivi e del tennis.
PIEMONTE
Da lunedì 4 maggio tornano ad allenarsi gli atleti professionisti e non professionisti che preparano i Giochi olimpici e paralimpici più gli atleti cosiddetti di interesse nazionale. Parliamo però sempre e solo di sport individuali. Il riconoscimento dello status spetta a Coni, Comitato paralimpico e federazioni sportive. La regola base è chiara: gli allenamenti dovranno rispettare le norme sul distanziamento minimo fra le persone.
Lo sport è Un comparto completamente fermo, che ha dovuto comunque sostenere i costi degli impianti e le spese, particolarmente alte. La Regione aveva già annunciato diversi milioni di euro di aiuti. Ora si sa come verranno spesi. «Li abbiamo divisi in tre tranches», spiega ancora Ricca. La prima, quattro milioni, servirà per pagare gli affitti, i canoni, le concessioni, le utenze, e via dicendo. Tutte quelle uscite, insomma, che le realtà sportive hanno dovuto comunque sostenere, anche se erano ferme.
Una misura particolarmente richiesta dal mondo dello sport. «Per accedere a queste risorse ci sarà un bando, in modo da individuare le necessità di ognuno in base a diversi aspetti, come i costi e il numero di atleti». Poi, come già annunciato, a ogni società verrà dato un euro per ogni atleta tesserato.
L'ultima misura è quella più rivolta al futuro. Un milione di euro per coprire i costi degli eventi sportivi fatti prima della crisi o per quelli che verranno organizzati appena sarà possibile farlo.
EMILIA ROMAGNA
riaprono i parchi e i giardini pubblici, ma i sindaci potranno disporre la temporanea chiusura di aree in cui non sia possibile garantire il rispetto del divieto di assembramento o delle distanze di sicurezza di un metro.
Viene invece confermato il divieto di accesso a spiagge e arenili, sia in concessione che liberi, compresa la battigia.
È consentita l’attività motoria e sportiva all’aperto come ciclismo, corsa, equitazione, pesca sportiva e caccia di selezione. Anche in questo caso, però, solo in ambito provinciale, in forma individuale e nel rispetto della distanza di sicurezza di due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro negli altri casi.
Via libera anche all’allenamento in forma individuale di atleti professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano, dal Comitato Italiano Paralimpico e dalle rispettive Federazioni, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento in strutture a porte chiuse, anche per gli atleti di discipline sportive non individuali.
Sono consentiti l’allevamento o l’addestramento di animali assicurando il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
VENETO
In Veneto si può tornare a giocare a tennis. Possono farlo anche i non agonisti. Purché spogliatoi, bar, parti comuni dei centri sportivi siano chiusi. Lo precisa la Regione Veneto in una serie di nuovi chiarimenti dopo l'emanazione delle ultime ordinanze di Zaia, in relazione ai decreti del presidente del Consiglio, sull'emergenza coronavirus e relativi divieti.
E’ possibile consentire la pratica individuale del tennis in un centro sportivo chiuso in tutte le parti comuni e di servizio (es. spogliatoi, bar, sala) e in cui è ammessa solo la prenotazione a distanza dello spazio? "Sì – chiarisce la Regione Veneto -, i centri sportivi sono chiusi in relazione alle attività di aggregazione. Laddove sia rigorosamente esclusa ogni forma di compresenza aggregata, si svolge una attività motoria che è consentita".
Anche il ciclismo potrà nuovamente praticarsi, ma rimanendo nel proprio Comune.
TOSCANA
E’ consentito per l'attività motoria svolgere passeggiate all’aria aperta e utilizzare la bicicletta, con partenza e rientro alla propria abitazione, nell’ambito del comune di residenza in modo individuale, da parte di genitori e figli minori, da parte di accompagnatori di persone non completamente autosufficienti, o da parte di residenti nella stessa abitazione; 2.nello svolgimento delle attività motorie di cui al punto 1 da parte di genitori e figli minori, da parte di accompagnatori di persone non completamente autosufficienti, o da parte di residenti nella medesima abitazione non è necessario mantenere le misure di distanziamento sociale di almeno 1,8 metri;
LIGURIA
ATTIVITÀ MOTORIA dalle 6 alle 22.
Corsa e bici da soli, nel proprio comune di residenza (o nel municipio se si risiede nel Comune di Genova) dalle ore 6 alle ore 22
– passeggiata a cavallo, pesca sportiva dilettantistica lungo le acque interne e barre di foce, pesca ricreativa in mare lungo moli e banchine esercitata individualmente ,con distanziamento sociale e nel proprio comune di residenza dalle ore 6 alle ore 22
– passeggiate all’aria aperta da soli o con i residenti della stessa abitazione nel comune di residenza (o nel proprio municipio per i genovesi) sempre dalle ore 6 alle ore 22
– è consentito l‘addestramento dei cavalli in modo individuale da parte dei loro priprietari presso i maneggi autorizzari all’interno del territorio della Regione Liguria nel rispetto del distanziamento sociale.
BASILICATA
Per la Regione andrebbero affrontate le problematiche legate alla sanificazione di tutte le palestre, campi sportivi, piscine e impianti sportivi di proprietà comunali, interventi di sostegno agli operatori privati e alle associazioni per la riorganizzazione funzionale degli spazi e dei presidi di sicurezza, riorganizzazione del personale dedicato alla custodia e alla pulizia degli impianti, degli spogliatoi, dotazione negli impianti di presidi sanitari adeguati, costruzione di una anagrafica dello sportivo cittadina.
“Accanto a tali misure questo sarebbe il momento giusto anche per pianificare mirati interventi di investimento quali – proseguono – adeguamenti strutturali e verifica/adeguamento delle attrezzature pre-esistenti dai tabelloni ai defibrillatori, de-materializzazione dei controlli degli accessi con rilevazione della temperatura con termoscanner, sostenere lo sport per tutti, per esempio attraverso convezioni con esercizi commerciali specializzati per l’acquisto, da parte di famiglie disagiate, di attrezzatura sportiva, dotare tutti i parchi cittadini di attrezzatura per lo sport all’aperto e presidiarne l’utilizzo, garantendone la fruibilità in sicurezza attraverso personale (anche volontario) con funzioni di custode del parco“.
“Infine – concludono – una riflessione nei prossimi mesi dovrà essere necessaria per definire misure per agevolare la ripresa delle attività per le numerose associazioni sportive dilettantistiche presenti sul territorio, al fine di evitare che il blocco causato dalla pandemia rischi di essere definitivo, con pesante ricaduta sia sull’economia connessa che sulla qualità della vita e delle condizioni di salute dei praticanti.
PUGLIA
Con efficacia immediata, sino al 17 maggio 2020, è ammesso lo spostamento all’interno del proprio comune o verso altro comune per lo svolgimento in forma amatoriale di attività di pesca, esclusivamente nel rispetto di quanto previsto dal citato Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e di tutte le norme di sicurezza relative al contenimento del contagio da COVID-19, alle seguenti condizioni:
a. limitatamente alla pesca sia da terra sia in acque interne sia in mare;
b. svolta da persona abilitata all’esercizio della pesca sportiva e ricreativa in possesso di copia della comunicazione effettuata ai sensi del Decreto ministeriale 6 dicembre 2010;
c. con non più di due persone per imbarcazione, delle quali almeno una abilitata, nel caso di pesca in acque interne o in mare;
d. nel rispetto della normativa vigente in merito all’esercizio della pesca
sportiva e ricreativa.
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