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02.06.2020

Istituzionale

Dai Mondiali della Medicina al torneo delle professioni

Giochi Mondiali della Medicina e della Salute. Dalla prima edizione, datata 1978, ci sono state 34 città ospitanti di 15 diversi Paesi, 40 edizioni, 6 categorie per fasce di età, partecipanti provenienti da più di 40 Nazioni, oltre mille medaglie assegnate ogni anno. Un appuntamento sportivo di grande importanza e, probabilmente, l’evento medico più famoso al Mondo. 

E, con la maglia azzurra, c’è una delegazione che riunisce medici (e non solo) di Roma. Il nucleo portante della Medical Sport, questo il suo nome, proviene dal Policlinico Umberto I di Roma e la squadra di Calcio, affiliata ASI si batte anche nel Torneo delle Professioni nato all’interno del nostro Ente nel Comitato di Roma. 
Uno dei fondatori della Medical Sport, siamo nel 2001, è il professor Carlo Cappelli, dirigente medico presso il servizio speciale di oncologia pediatrica. È un pediatria. Quattro anni a Parigi per la specializzazione in oncologia pediatrica. Si è dilettato nel Calcio: ha giocato in una società storica di Roma, l’Artiglio, famosa per aver ospitato sul suo campo un match di Primo Carnera. In quel campo ha giocato, ma al calcio, anche Nicola Pietrangeli. Cappelli ha indossato anche la maglia del Tor di Quinto in cui è cresciuto il Campione del Mondo Marco Materazzi. Ai Mondiali della Medicina è stato argento nei 400 piani.

Professore, che realtà è quella della Medical Sport?
“È una associazione che raccoglie ad oggi circa 150 soci. Include una squadra di Calcio a 11 formata da medici, studenti in medicina, personale sanitario denominata “Puer 2001”,; una squadra di pallavolo, la “Condor”; una di calcetto femminile ed un’agguerrita schiera di atleti di atletica leggera.
Il nucleo portante è al Policlinico Umberto I di Roma, oggi ospedale Covid, ma ci sono anche tanti liberi professionisti. Tutti di Roma ed anche qualche specializzando: forze giovani in aiuto di qualche vecchietto”. 

Mondiali della Medicina e della Salute, un appuntamento particolarmente importante
“Si, a livello di prestigio, dei numeri che produce in termini di nazioni coinvolte e atleti in gara, per la meticolosa organizzazione che, ogni anno, è affidata a un diverso Paese e, ormai, anche per la tradizione che questi Mondiali hanno. Una storia cominciata nel lontano 1978 da un’idea della Presidentessa dell’Ordine dei Medici di Parigi: inizialmente giocavano tra loro. Poi l’evento fu allargato all’Europa e poi al Mondo. Con selezioni rappresentative delle singole città. 
Oggi è una vera e propria Olimpiade con tante discipline: Pallavolo, Beachvolley, Calcio, Atletica, Vela, Arti Marziali, Nuoto, Tennis, Tennistavolo, Rugby a 7, Tiro al volo specialità fossa e varie altre in continuo incremento.
La Medical Sport partecipa dal 2003, dall’edizione scozzese disputatasi a Sterling: da quel giorno è stata presente a Germania 2004, Spagna 2005, Italia 2006, Marocco 2007, Germania 2008, Spagna 2009, Croazia 2010, Spagna 2011, Turchia 2012, Croazia 2013, Austria 2014, Irlanda 2015, Slovenia 2016, Francia 2017, Malta 2018, Budva 2019. L’edizione del 2020 in Portogallo è stata rimandata, ovviamente, a causa del Coronavirus”.

 

(Le locandine che hanno accompagnato le varie edizioni dei Mondiali della Medicina e della Salute)

(E l'ultima locandina dell'evento in Portogallo rimandato a causa della pandemia)

 

Il livello della competizione?
“Alto. Ho visto fare i 100 metri in 10:89 da un ortopedico inglese di colore. Andai a vedere la finale. Otto mostri, un francese dietro a 11:70, delle palle di fucile. Nel Nuoto sono stati fortissimi i tedeschi e, nel 2005, la selezione olandese di Amsterdam aveva giocatori ex giovanili dell’Aiax. Vinsero il torneo e ci perdemmo noi, 2-0, agli ottavi di finale, rimanendo in partita fino a un quarto d’ora dalla fine”.  

A chi sono aperti questi Mondiali? 
“I Giochi della Medicina, si svolgono nell’ambito delle professioni sanitarie. Possono gareggiare infermieri, fisioterapisti, medici, rappresentanti del farmaco e professionisti legati al mondo della medicina”.

Arrivata mai a medaglia la Medical Sport?
“Con la Pallavolo e il Beachvolley l’associazione ha ottenuto rispettivamente il settimo e il quinto posto per due anni consecutivi. I risultati migliori ai Giochi, però, li abbiamo avuti nell’Atletica Leggera dove abbiamo portato a casa, nel 2004, un oro ed un bronzo nei 1500 m femminili, un argento nei 3000 m femminili. Nel 2005 un oro e un argento nel 1500 e nei 200 piani; nel 2007 un argento nei 400; nel 2011 un bronzo, sempre nei 400 m piani; nel 2013 argento nei 100 piani e dal 2005 al 2016 il nostro tesserato Praticò ha ottenuto medaglie nel salto in alto, salto in lungo, lancio del disco, lancio del peso, lancio del giavellotto.
La squadra di Calcio a 11, è arrivata terza nelle edizioni 2012, 2013 e 2014. Nel 2019 ha partecipato alla finale perdendo solo ai rigori contro il Cile”.

I mondiali visti da dentro…
“Sorteggio entusiasmante. Gli abbinamenti avvengono in una serata dedicata. I Giochi Mondiali della medicina offrono ai partecipanti di tutti i livelli un’opportunità per gareggiare insieme e praticare il proprio sport preferito in un’indimenticabile atmosfera di amicizia ed entusiasmo. Ogni anno quasi 2mila persone, provenienti da oltre 40 Paesi, partecipano a questo fantastico raduno sportivo e professionale per celebrare lo spirito olimpico, la bellezza dello sport e i benefici dell’attività fisica.
Ci sono Paesi dove i Giochi sono molto seguiti: lo scorso anno, alla finale di Calcio contro i cileni in Montenegro, sono arrivati oltre 600 spettatori nello stadio della città. A Lisbona il lungomare e tutte le strade limitrofe sono state bloccate per la Maratona. Si tratta di eventi che monopolizzano le città per una settimana, tanto durano le manifestazioni. Parliamo di 1500/2000 atleti iscritti”. 

 
Siete impegnati anche nel Torneo "Professionisti nel pallone"
“Un campionato avvincente. Si sfidano veterinari, psicologi, avvocati. Un’idea sicuramente molto bella di ASI cui abbiamo aderito. Si gioca a Roma in diversi campi e il clima è sempre quello delle occasioni importanti”. 
 

(La locandina del torneo che mette a confronto varie categorie professionali)
La competizione in cui si sfidano i professionisti si traduce anche  in beneficienza
“Abbiamo fatto una raccolta fondi. L'importanza che ogni nostro impegno sportivo si tradiuca in impegno sociale è per noi fondamentale". 

 
Medical Sport e l'impegno per il sociale
“Tutte le iniziative in cui siamo impegnati nascono dalla pura voglia di fare sport, ma nessuno dei componenti della squadra dimentica di essere un medico o di lavorare in ambito sociosanitario, in particolare per i bambini. L’associazione, infatti ha fra gli scopi statutari di fare beneficenza nel campo medico pediatrico. Per potersi impegnare al meglio in questa esperienza sociale, la Medical Sport può contare sull’aiuto dell’associazione ONLUS “Favole e Sogni”. In collaborazione con quest’ultima, è stato possibile acquistare diverse attrezzature per i reparti di oncologia pediatrica e neurologia pediatrica del Policlinico Umberto I e per l’ospedale Cristo Re di Roma. I fondi sono stati trovati anche tramite la vendita di quadri su argomenti sportivi o partite del cuore contro la Nazionale Cabarettisti (grazie all’impegno di Antonio Giuliani) e di quella dei… sosia che vede in prima fila nell’organizzazione, Massimo Nardi, portiere e una vera copia di George Michael. 

Fra le attività che l’associazione sportiva dilettantistica vorrebbe iniziare nel prossimo futuro c’è l’istituzione di una scuola calcio e di pallavolo per i piccolissimi”. 

Voltiamo pagina. Un periodo emergenziale per il Paese…
“Visto da vicino… Il Policlinico Umberto I, dove opero, è ospedale Covid. Tutti noi abbiamo avuto a che fare. Un ospedale che ha cambiato faccia in pochi giorni. Sono stati chiusi dei reparti per avere personale dedicato, potenziato il Pronto Soccorso con un filtro al triage, percorsi, protocolli, ricerca e tanto altro…”.

Lei è pediatra. Le domandiamo, allora, come mai il virus è meno aggressivo sui bambini?
“Infetta nella stessa maniera ma la malattia non è grave nella stragrande maggioranza dei casi. 95% dei giovani pazienti non mostra sintomi. Perché? Varie sono le ipotesi. Una delle più accreditate è quella legate alle vaccinazioni che, essendo vicine nel tempo, forniscono una protezione ad ampio spettro. In qualche modo, il virus viene stemperato, ha una ridotta patogenicità.  
Un’altra ipotesi è legata alla funzionalità di un polmone non sottoposto ad anni di inquinamento. Sul danno polmonare di ambiente il virus ha maggiori possibilità di sviluppare una polmonite interstiziale”.

Ultima cosa da ricordare, il motto della Medical Sport
“Nihil Nullo Negozio” (nulla si ottiene senza sforzo)”.

 

 
Il torneo "Professionisti nel pallone"
A Roma c’è un campionato amatoriale in cui si sfidano squadre di professionisti: avvocati contro ferrovieri, medici e veterinari, psicologi e scrittori. Tutto sotto l’egida dell’ASI che oltre all’organizzazione fornisce anche gli arbitri di Americo Scatena, considerati all’avanguardia sull’intero territorio nazionale, e non solo nella cerchia del nostro Ente. Sono dotati di presidi tecnologici all’avanguardia nel contesto amatoriale.

A pensare a un torneo tra professionisti è stato Roberto Cavallin, mondo della veterinaria e amante dello sport: “Ad ogni squadra chiediamo di individuare un campo di casa e di riunire professionisti con rigorosa attenzione. Ci divertiamo e raccogliamo anche fondi per la beneficienza. La mia squadra è quella dei veterinari che nasce nel 1992”.
Anche per il Torneo delle Professioni, il Covid ha fermato tutto: “A metà torneo, per la precisione. Solo il girone di andata… Ma l’intenzione è quella di terminarlo a partire dal mese di settembre, al massimo ottobre”. 

Questo torneo piace, è dinamico e l’organizzazione punta a farlo crescere sempre di più: “Estendendolo – spiega ancora Cavallin – anche ad altre categorie professionali”. 
 

 

[  Fabio Argentini  ]
 
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